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Stanze scritte nei pressi di Napoli in un momento di sconforto
I
Il sole è caldo, limpido il cielo,
le onde danzano rapide e splendide,
isole azzurre e montagne di neve qui indossano
la trasparenza del pomeriggio di porpora, e l'àlito
dell'umida terra è leggero alle sue gemme non ancora schiuse;
come più voci di un'unica gioia la voce
dei venti e degli uccelli, del flusso continuo del mare
e della stessa Città è dolce come la voce
di questa Solitudine. Vedo il fondo del mare sul quale
II
nessuno ha camminato, cosparso di alghe
verdi e di porpora; e scorgo le onde che battono
lungo le rive, ed è come una luce dissolta
in uno scroscio continuo di stelle. Rimango
solo seduto sulla sabbia - e lo splendore del mare meridiano
sfolgora attorno a me mentre si leva un canto
dal suo movimento ritmato: oh quanto dolce
se qui vi fosse un cuore a condividere
tutta la mia emozione! Ma ahimè io non posseggo
III
salute né speranza, né pace interiore né quiete
attorno a me o quel felice disporsi nell'animo
che va oltre quasiasi ricchezza, e che i saggi ritrovano
nella meditazione, e perciò attraversarono il mondo
incoronati da un'intima gloria. - Ma io,
non posseggo né fama né amore, né agi né potere. Vedo
altri che queste cose circondano, e sorridendo vivono, e
chiamano
un piacere la vita; - per me quella coppa
fu preparata in misura diversa. Eppure ora
IV
questa disperazione è dolce come l'acqua e i venti;
io mi potrei sdraiare come un bimbo stanco
e cancellare col pianto questa vita
d'affanni che finora ho sopportato e dovrò sopportare
finché la morte discenda su me come il sonno,
fino a sentire il mio viso diventare gelido
nel tepore dell'aria, e udire il mare sussurrare lieve
al mio cervello morente la sua nenia ultima.
Forse qualcuno potrebbe anche dolersi
V
che io fossi ormai freddo, così come io stesso
dovrò dolermi, quando sarà passato questo dolce giorno
che il mio cuore sperduto e troppo presto vecchio
inopportunamente offende con il suo lamento; qualcuno
potrebbe anche dolersi - poiché sono un uomo
che gli uomini non amano e tuttavia rimpiangono, diverso
da questo giorno, che quando il sole calerà al tramonto
con tutta la sua gloria immacolata, per quanto
sia già stato goduto indugerà come indugia la gioia
rimasta nel ricordo.
"Stanzas written in Dejection, near Naples"
I
The sun is warm, the sky is clear,
the wayes are dancing fast and bright,
blue isles and snowy mountains wear
the purple noon's transparent might,
the breath of the most earth is light,
around its unexpandend buds;
like many a voice of one delight
the winds, the birds, the ocean floods,
the City's voice itself, is soft like Solitude's.
II
I see the Deep's untrampled floor
with green and purple seaweeds strown;
I see the waves upon the shore,
like light dissolved in star-showers, thrown:
I sit upon the sands alone, -
the lightining of the noontide ocean
is flashing round me, and a tone
arises from its measured motion,
how sweet! Did any heart now share in my emotion.
III
Alas! I have nor hope nor health,
nor peace within nor calm around,
nor that content surpassing wealth
the sage in meditation found,
and walked with inward glory crowned -
nor fame, nor power, nor love, nor leisure.
Others I see whom these surround -
smiling they live, and call life pleasure; -
to me that cup has been dealt in another measure.
IV
Yet now despair itself is mild,
even as the winds and waters are;
I could lie down like a tired child,
and wep away the life of care
which I have borne and yet must bear,
till death like sleep might steal on me,
and I might feel in the warm air
my cheek grow cold, and hear the sea
breathe o'er my dying brain its last monotony.
V
Some might lament that I were cold,
as, I, when this sweet day is gone
which my lost heart, too soon grown old,
insults with this untimely moan;
they might lament - for I am one
whom men love not, - and yet regret,
unlike this day, which, when the sun
shall on its stainless glory set
will longer, though enjoyed, like joy in memory yet.
Pubblicato da
Lunaria